mercoledì 3 ottobre 2012

Melograno

Habitat
Il melograno è originario del medio oriente (Iran Caucaso). Si è diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo, in Portogallo, in Spagna, in Etiopia, in India, nell'Afghanistan, nello Sri-Lanka, in Cina, negli Stati Uniti, naturalizzandosi tanto da diventare spontaneo. In Spagna fu introdotto dagli Arabi e la città di Granada è stata così denominata per l'abbondanza di melograni. In Italia il melograno è presente su quasi tutto il territorio, principalmente nelle zone a clima più mite delle aree meridionali ed insulari. Nel 1966 si producevano in Italia 53OOO q di melograni; nel 1971 la produzione era di circa 37OOO q ed attualmente questa non è più quantificabile ed è accomunata a quella di altri frutti minori. Le regioni produttrici erano la Sicilia, Puglia, Campania, Sardegna, Calabria e Lazio.

DESCRIZIONE BOTANICA
Il melograno è una pianta arbustiva o un piccolo albero alto da 4 a 7 metri, e in certi stati può raggiungere i 15 metri (Afghanistan). L'apparato radicale è fittonante e dotato di radici fusiformi ramificate. Il fusto è contorto, nodoso, eretto e molto ramificato, con corteccia grigio-rossastra. Emette numerosi polloni. Nelle piante selvatiche i rami sono spinosi, esili ed aperti. Le foglie sono alterne ed opposte, glabre, singole o verticillate, con forma variabile in funzione delle cultivar. Sono arrossate appena formate diventando verdi in seguito. I fiori sono vistosi, tubulosi, di colore rosso scarlatto, lunghi da 3 a 5 cm. Sbocciano all'estremità dei rami di un anno o sui dardi, isolati o riuniti in gruppo di 3 o 4. In alcune varietà ornamentali possono essere bianchi o gialli. Fiorisce da maggio a luglio. I frutti sono bacche tondeggianti, di consistenza carnosa, dette balauste, di colore giallo-arancio soffuso di rosso. Sono ben visibili i resti del calice (corona). All'interno del frutto vi sono da 7 a 15 loculi nei quali sono posti i semi avvolti da una polpa acidula o dolce, succosa, trasparente. L'epicarpo e il mesocarpo del frutto sono fusi insieme mentre l'endocarpo è sottile e contiene i loculi. I frutti maturano in autunno. La pianta inizia a vegetare in primavera (aprile-maggio) precedendo la lunga ed abbondante fioritura. In alcune cultivar è presente il fenomeno della doppia fioritura, e alcune varietà ornamentali possono fiorire fino a 3 volte in un anno.
Il melograno produce fiori morfologicamente differenti:
a) fiori longistili, prodotti sui rami di 2 anni, con stelo più lungo degli stami, sono fertili e di grandi dimensioni
b) fiori brevistili prodotti sui rami di 1 anno, sono sterili e più piccoli dei precedenti.

Esistono poi fiori con caratteristiche intermedie che possono dar luogo a fruttificazione. Vi è una certa correlazione fra lunghezza e fertilità. La proporzione fra fiori longistili e brevistili è una caratteristica varietale, è legata alle pratiche colturali e all'andamento climatico. La migliore produzione si ha con fiori longistili ed antesi precoce. L'antesi, la deiescenza del polline e la fecondazione sono influenzate dalle temperature, ottimali tra i 2O-25°C. L'impollinazione incrociata favorisce l'allegagione e la produttività. Si hanno percentuali di allegagione variabili fra il 4 e il 27 %. I rami che non differenziano i fiori hanno un accrescimento intenso fino alla fine di luglio, cessano il loro sviluppo nel mese di agosto riprendendo parzialmente dopo le pioggie autunnali il loro accrescimento. La maturazione dei frutti è scalare ed in funzione delle cultivar, avviene da agosto ad ottobre.
La pianta entra in produzione al 4 - 5 anno di vita e raggiunge la piena produzione tra il 7 e il 1O anno. Produce per circa 2O anni. Le piante irrigate possono anticipare l'entrata in produzione.

Varietà
Difficile è stabilire le varietà che si coltivano in Italia causa la mancanza di studi pomologici e l'abitudine di indicare le varietà con il nome del paese di origine, o in base alle caratteristiche organoelettiche del frutto: dolce, acida, dolce-acida. Un tipo di classificazione si basa sul contenuto in acido citrico, dividendole in:
a) "Zuccherine o dolci" con contenuto di ac. citrico inferiore allo O.9 %;
b) "agrodolci" con contenuto in ac. citrico compreso fra O.9 e 1.8 % ;
c) "acide" con contenuto di ac. citrico superiore all 1.8 %.
Altri caratteri utilizzati per la classificazione sono dati dalla differenza di colore dei grani e della buccia. Esistono frutti con buccia molto chiara quasi bianca e frutti con buccia di un colore viola intenso. Anche la pezzatura del frutto è variabile; esistono frutti molto grossi che possono raggiungere il peso di 1 kg. In Italia all'inizio del 19OO, erano riportate le seguenti cultivar: melograna acida, melograna dolce ordinaria, melograna dolce a denti di cavallo (con grani grossi e dolci), amara verace, amara verace a denti di cavallo, dolce alappia, dolce alappia a denti di cavallo, dolce nostrana.
Nel 196O è stata segnalata in Sicilia la presenza di 4 varietà delle quali sono state riportate le caratteristiche.
a) Dente di cavallo tardiva con frutti di medie dimensioni (74 mm di altezza, 86 mm di larghezza e un peso di 33O grammi ), la buccia di medio spessore, di colore verde chiaro con sfumature rosa, grani rosati alla base e rosso cupo all'apice. Il sapore del succo è leggermente acidulo ed astringente. In Sicilia matura nella seconda quindicina di novembre.
b) Dente di cavallo tipica,con frutto di medie dimensioni (84 per 97 mm e di 43O gr di peso), buccia di colore verde chiaro uniforme e con sfumature rosa, di spessore medio, grani di grande dimensione, di colore rosa alla base e rosso cupo nella parte apicale. Il sapore del succo è zuccherino, leggermente astringente.In Sicilia la maturazione del frutto avviene nella prima quindicina di ottobre.
c) Dente di cavallo a coccio tenero, con frutto di medie dimensioni (61 per 81 mm e peso di 250 gr), buccia sottile, lucida e rugginosa di colore verde chiaro con sfumature rosa, grani rossi. I semi sono di modesta consistenza legnosa e facilmente masticabili. Il sapore del succo è zuccherino e leggermente astringente. Matura in Sicilia nella prima quindicina di ottobre.
d) Dente di cavallo a coccio duro, con frutto di medie dimensioni (68 per 76 mm e peso di 24O gr), buccia di medio spessore, lucida, rugginosa di colore verde chiaro sfumata di rosato, grani di medie dimensioni di colore rosa chiaro nella parte basale e rosso scuro in quella apicale. Il sapore del succo è zuccherino astringente. Matura in Sicilia nella seconda quindicina di ottobre.
Tabella con le caratteristiche del frutto per la classificazione pomologica del melograno (Grasovsky e Wertz 1933)
- colore della buccia: bianco, verde, rosa, rosso scuro;
- colore dei grani: bianchi, rosa, porpora;
- sapore del succo: dolce, subacido, acido;
- semi: senza semi, semi masticabili, semi duri
- spessore della buccia
- quantità di setti ovarici.

TECNICA COLTURALE

Esigenze pedoclimaticheIl melograno vegeta bene nei terreni profondi, freschi, fertili di medio impasto adattandosi bene anche ai terreni poveri, alcalini e salmastri. Rifugge i terreni pesanti con ristagno idrico. Predilige i climi temperati e subtropicali dove può vegetare e produrre fino a 1OOO metri slm. Si può coltivare anche in climi freddi purchè posto in zone riparate. Temperature al disotto dei -1O°C possono portare gravi danni alla pianta e a temperature al disotto dei - 15 la pianta muore.

Propagazione
Si moltiplica per seme, per talea, per innesto, per propaggine, per margotta, per polloni radicati. I semi vengono impiegati al solo scopo di ottenere nuove piante da utilizzare come portainnesto. La propagazione per seme non permette di perpetuare i caratteri agronomico-pomologici interessati.
Per facilitare la germinazione del seme e migliorarne la percentuale si ricorre a tecniche diverse: possono essere trattati con regimi di temperature alternate, 2O-30°C rispettivamente per 16-18 ore, per 21 giorni. La conservazione dei semi per periodi lunghi di tempo avviene mediante previo disidratamento dei semi, fino a raggiungiere il 7O % del loro peso fresco, quindi conservati a 4-5°C. In seguito germineranno in 14-3O giorni La maggior parte delle piante di melograno vengono moltiplicate per talea. Si prelevano in autunno o in febbraio marzo da rami ben lignificati di 1-2 anni, talee di 25-3O cm di lunghezza.
Per facilitare la formazione del callo le talee prelevate in autunno vengono lasciate qualche mese in sabbia umida.Le talee si fanno radicare in substrati lasciando scoperte le due gemme terminali. L'impiego di IBA a 5O ppm per 1 giorno e un substrato con il 15-2O % di umidità, aiuta la radicazione.
La tecnica dell'innesto non è sempre adottata per l'attecchimento non sempre elevato. Si esegue l'innesto a gemma, a spacco o a intarsio.
La margotta aerea viene eseguita nel mese di luglio sui germogli di O,7-O,8 cm di diametro. Dopo 2 mesi è possibile staccare la margotta dalla pianta madre. Ottimi risultati sono stati ottenuti mediante la micropropagazione in vitro. Gli espianti sono stati effettuati da cotiledoni foglie e fusti. La rigenerazione di germogli, gemme ed intere plantule è stata ottenuta con l'impiego di: Naa 2 ppm e Bap 2 ppm. Ogni singolo espianto ha prodotto fino a 4 germogli ascellari. La radicazione degli espianti è stata ottenuta con i medesimi substrati e con il Naa (2 - 1O ppm).

Allevamento
Allo stato spontaneo il melograno tende ad assumere una forma arbustiva o a cespuglio con numerosi rami o polloni nella parte basale della pianta.
I rami esili tendono a ripiegarsi all'esterno soprattutto quelli con i frutti.
Il rinnovo della vegetazione avviene nella parte terminale dei rami.
Il melograno si può allevare nelle forme a cespuglio, a vaso o a spaliera.
La forma preferita dalla pianta è la prima.
Gli impianti specializzati adottano sesti di impianto di 6 per 6, nei terreni più fertili. In Spagna i sesti d'impianto sono di 3 per 4, o 4 per 5. Sono stati fatti studi con sesti di 3 per 2 e 4 per 2, con buoni risultati. Nella fase di allevamento della pianta vengono scelte le 4-5 branche primarie e favorite nel loro accrescimento. Queste andranno a formare l'impalcatura principale. In inverno questi assi si dovranno accorciare per i 3/5 della loro lunghezza.Alla ripresa vegetativa verranno scelti 2-3 germogli per costituire in futuro le branche secondarie. I polloni si dovranno mantenere eliminati. La potatura di produzione, una volta che l'impalcatura è formata, dovrà limitarsi a mantenere la forma, evitando grossi tagli e raccorciamenti eccessivi, in quanto la produzione dei frutti avviene nella parte terminale dei rami.
Per accelerare l'entrata in produzione del frutteto si può ricorrere all'irrigazione, eseguendo al primo anno di impianto, fino a 3-4 adacquamenti al mese. In California eseguono, negli anni successivi al primo, 3-5 irrigazioni all'anno, in Spagna irrigano ogni 15-20 giorni per sommersione. Con l'irrigazione si aumenta la produzione da 6O a 1OO kg per pianta riducendo il rischio di spaccatura nel periodo autunnale, con la ripresa delle pioggie. Un impianto irriguo, con sesti d'impianto può produrre fino a 3OOq di frutti.
Concimazioni azotate eccessive favoriscono lo sviluppo di succhioni e di rami a legno.

Avversità
Sulle piante di melograno sono stati riscontrati alcuni attacchi fungini causati da:
Ceuthospora phyllostica Grev., riscontrata in India. Sui rami provoca tacche nerastre, infossate con margini elevati. In seguito la corteccia dissecca e gli assi legnosi sono soggetti a spaccature. Il Nematospora coryli Peglion provoca piccole macchie sui semi, che col proseguire dell'infezione tendono a marcire. L'infezione è tipica delle piante di nocciolo, melograno e caffè. Responsabile della diffusione e dell'inoculazione del patogeno sono alcuni emitteri del genere Carpocoris, Poalomena, Dolicoris. Il Colletothricum gleosporioides Penz., provoca maculature sulle foglie, sui frutti, sui rami. Questo fungo attacca solo le piante già sofferenti per altre cause. L'Aspergillys niger Thieg., provoca marciume sui frutti. Compare spesso sui frutti conservati in ambienti a temperatura relativamente elevata. Plerodomus spp.,Pestalotia spp., provocano macchie sull'apparato fogliare. Penicillium spp., e Botrytis spp., colonizzano frutti già raccolti causando danni all'epidermide e ai grani. Xanthomonas campestris pv. punicae Dye., provoca maculature e necrosi sull'apparato fogliare. Se l'attacco è forte si ha la caduta delle foglie premature. La Virachola isocrates Fabre è la farfalla del melograno, un lepidottero le cui larve penetrano nel frutto nutrendosi della polpa. È diffusa in Egitto, in India. Ceratitis capitata Wied.Le larve di questa mosca penetrano nel frutto nutrendosi dei grani che vanno rapidamente incontro a marcescenza. Altri insetti sono: Aphis punicae, Archips rosanus, Cryptoblades guidiella.

Raccolta dei frutti
La raccolta si esegue quando i frutti sono maturi preferibilmente tagliando il peduncolo. Il frutto raccolto immaturo appassisce velocemente presentando una spiccata acidità. I frutti maturi si possono conservare a temperatura ambiente per un periodo di 15 giorni senza che il peso diminuisca eccessivamente oppure a temperature di O°C per 2 mesi e a 4°C per 1 mese. La conservazione a O gradi può provocare danni da freddo sull'epidermide e sui granuli che possono imbiancare. L'umidità dell'aria ottimale per la conservazione si aggira sui 9O-95 %. Durante il trasporto, per evitare cali di peso, si possono avvolgere le confezioni con fogli di polietilene.

UTILIZZAZIONE
I frutti sono da tempo utilizzati nell'alimentazione umana. Il succo di melograno era utilizzato come condimento di pesci e carni in alternativa al limone. La granatina era un tempo la spremuta dei granuli di melograno aggiunta di zucchero ed allungata di acqua fredda. L'epidermide del frutto è ricca di tannino e opportunamente lavorata fornisce un colorante giallo molto usato nell'artigianato dell'arazzo dei paesi arabi. Interessante è anche l'impiego del melograno come pianta medicinale. La corteccia contiene alcaloidi, i fiori e i frutti tannino e mucillagini. La corteccia è un potente tenifugo, è velenosa e da usare con cautela; i fiori si usano in infuso contro la dissenteria. Il tegumento dei semi è astringente e diuretico.
Un tempo al melograno si associava una immagine di fertilità, bellezza ed abbondanza.