mercoledì 3 ottobre 2012

Cotogno

Habitat
È originario di una zona vasta a Nord dell'Iran e delimitata dal Mar Caspio e della catena Caucasica. È coltivato in tutti i paesi del bacino del mediterraneo. In Italia viene coltivato in quasi tutte le regioni.
 
DESCRIZIONE BOTANICA
Il cotogno è una pianta arborea alta fino a 6-7 m con una chioma che può raggiungiere una larghezza di 5 m. L'apparato radicale è superficiale, il tronco è contorto con corteccia bruno nerastra e con rami giovani finemente pelosi.
Sui rami di 1-2 anni la corteccia è liscia di colore marrone scuro. Le foglie sono ovali, oblunghe, stipolate, consistenti di colore verde scuro sulla pagina superiore e ricoperte di una peluria grigia inferiormente.
I fiori si formano sui rametti corti dei rami di 1 o più anni, sono bianchi o rosa pallido con diametro di 4-5 cm. La fioritura è tardiva e avviene dopo quella del pero e del melo verso la fine di aprile, prima metà di maggio. Il frutto è di dimensioni variabili, di forma rotondeggiante e oblunga, talvolta gibboso ed irregolare, molto profumato e giallo alla maturazione.
 
È ricoperto di una fitta peluria di colore castano chiaro che si elimina facilmente quando il frutto è maturo. La polpa è di colore giallo chiaro consistente,non molto fine e di sapore poco dolce, acidulo e molto astringente per l'elevato contenuto in tannino. I semi sono numerosi, hanno forma irregolare e spesso sono raggruppati insieme per effetto di formazioni mucillaginose.
 
Varietà
Il cotogno viene spesso definito impropriamente come melo e pero con i quali non ha niente a che fare. Il cotogno da frutto non va confuso con i comuni cotogni selezionati per fare portainnesti del pero, del sorbo, del nespolo, dell'azzeruolo etc. Le varietà di cotogno sono numerose e per facilità vengono classificate in due gruppi:
- frutti a forma di mele con le varietà di Portogallo, di Tencara, di Mallesca;
- frutti a forma di pera: gigante di Vranic, De Le Scovatz, De Berecsk, di Smirne.

TECNICA COLTURALE

Propagazione
 Si ricorre alla semina solo se servono piantine per fare dei portainnesti. Generalmente si utilizza la tecnica dell'innesto. I portainnesti possono essere piante di biancospino che riducono la vigoria e lo sviluppo del cotogno formando un grosso callo nel punto di innesto; il cotogno da seme o le selezioni di cotogno di provenza, BA29, CTS212; il pero e l'azzeruolo.
Anche con la talea legnosa, prelevata in ottobre-novembre e lunga 2O-3O cm, unitamente ad una porzione di ramo portante, dà origine a nuove piantine. Vengono spesso utilizzate la radicazione dei polloni e la propaggine.
 
Terreno e Clima
Il cotogno avendo apparato radicale superficiale risente della siccità persistente. È sensibile al calcare del terreno. Predilige terreni freschi, profondi, permeabili, ricchi di sostanza organica e senza ristagni idrici. La pianta non soffre le brinate tardive in quanto la fioritura avviene in ritardo. Sopporta temperature invernali anche di -3O°C
 
Allevamento
L'impianto si esegue in posizione soleggiata da novembre a marzo. Le lavorazioni del terreno devono essere superficiali e dove è possibile irrigare si può ricorrere all'inerbimento del terreno. La forma più adottata di allevamento del cotogno è quella ad alberello o libera con l'impalcatura a 15O cm dal terreno. La pianta entra in produzione al 3°-4° anno dall'impianto.
La potatura di produzione deve avvenire con un numero di tagli ridotti limitandosi ad asportare i rametti danneggiati e quelli troppo fitti; questa operazione spesso si esegue ad anni alterni. Una potatura razionale, eseguita annualmente spesso riduce l'alternanza di produzione.
Andranno periodicamente asportati i ricacci di polloni dal ceppo che si verificano quando si usano portainnesti come il biancospino e il cotogno. L'apporto di letame è sempre consigliabile.
 
Avversità
Normalmente non si riscontrano grossi attacchi fungini e parassitari. Le malattie che colpiscono il cotogno sono le stesse del melo.Si segnala la presenza di carcocapsa o verme dei frutti ai primi di luglio o di agosto. La monilia deturpa i frutti colpiti.